Enti locali e PNRR – Prima Torino

Gli enti locali sono e saranno fortemente coinvolti negli interventi previsti dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma sono in grado di affrontare e gestire importanti progetti e le relative risorse messe a disposizione? Carlo Giacometto, deputato torinese di Forza Italia e componente della VI Commissione Finanze alla Camera, oltre che consigliere del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, spiega come il Governo sta affrontando questo delicato ambito.

Giacometto: “Obiettivi ambiziosi ma indispensabili”

Il Governo ha avviato un’assistenza tecnica e progettuale a Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni per l’attuazione del Pnrr. D’altronde è dal 2011 che la Commissione europea ci invita a rafforzare la capacità amministrativa, migliorando efficienza e competenze delle nostre amministrazioni. Spiega Giacometto:

“L’obiettivo che il Governo si è posto con PA Digitale 2026, la piattaforma che consente ai Comuni e alle amministrazioni pubbliche di richiedere i fondi del Pnrr dedicati alla digitalizzazione, rendicontare l’avanzamento dei progetti e ricevere assistenza, è certamente ambizioso ma è un passaggio indispensabile per accelerare l’efficienza e la velocità dei servizi al cittadino. Dai passi in avanti sulla facilità di accesso dei siti internet dei Comuni, alla migrazione totale dei pagamenti verso la PA tramite PagoPA: il tutto, in un’unica piattaforma, che consentirà ai Comuni di attivare i servizi che ritengono prioritari. Una svolta decisiva, che coinvolge più di 22.000 pubbliche amministrazioni, e che va a vantaggio degli utenti-contribuenti. E che rappresenta uno degli obiettivi del Pnrr, visto che l’80% dei Comuni dovrà registrare progressi entro il 2026”.

“Uno sforzo particolare riservato ai piccoli Comuni”

Un aiuto concreto e indispensabile soprattutto per i piccoli Comuni, che hanno carenze sia strumentali che di personale. Aggiunge infatti Giacometto:

“Uno sforzo particolare andrà quindi riservato ai piccoli Comuni, che si trovano molto spesso in una condizione di maggiore difficoltà rispetto agli altri e i cui problemi di attuazione della digitalizzazione non possono prescindere da investimenti pubblici e privati sulla ramificazione della fibra ottica. Molti Comuni, penso ad esempio a quelli montani del Piemonte, ma non solo, lamentano il mancato avvio del servizio da parte delle compagnie dopo aver installato l’infrastruttura di base. Senza dimenticare il problema della carenza di personale, che dopo tanti anni di blocco del turnover si finalmente affrontando con grande determinazione. Merito del Ministro Brunetta, che ha dato avvio ad una grande operazione di reclutamento negli enti locali: ciò consentirà nuovi innesti di qualità che potranno fare la differenza, anche e soprattutto nei piccoli Comuni”

Capacity Italy, un aiuto per gli Enti locali

A tutto questo si aggiunge l’utile strumento della piattaforma Capacity Italy: un aiuto per gli enti locali su partecipazione e rendicontazione dei bandi Pnrr, gestita da Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e Mediocredito. Il deputato torinese chiarisce di cosa si tratta:

“Parliamo di quasi 600 esperti al servizio dei Comuni. Uno degli aspetti più qualificanti dell’operazione di digitalizzazione del nostro Paese deve infatti proprio essere la capacità di raggiungere tutti i cittadini, grazie a una pubblica amministrazione sempre più orientata ai risultati. La piattaforma è uno strumento immediatamente operativo che può evolvere da strumento di assistenza tecnica e progettuale a meccanismo di capacity building, con un impatto strutturale e duraturo sulla crescita della capacità amministrativa. È, di fatto, un catalizzatore non solo dell’attuazione del Pnrr, ma dell’intera riforma della Pubblica amministrazione. Per costruire la nuova Italia dentro la nuova Europa”.

 

Link all’articolo cliccando qui

Con il Ministro Gelmini a Quincinetto (TO)

🛑 Stamattina a Quincinetto con il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie On. Mariastella Gelmini per approfondire le problematiche inerenti i Comuni confinanti e le cosiddette “aree svantaggiate”.
Dall’incontro con i Sindaci interessati sono emerse tre principali buone notizie per il territorio:
❇️ L’impegno del Governo, con il necessario sostegno del Parlamento, a rendere strutturale la dotazione finanziaria del Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate che si trovano al confine con le Regioni a Statuto Speciale della Valle d’Aosta e del Friuli-Venezia-Giulia. Una richiesta che arriva dai territori e che dovrà trovare risposta nella prossima Legge di bilancio
❇️ La volontà di mettere in campo una vera e propria strategia nazionale per i Comuni di confine, che consenta di lavorare anche per
progettualità di area vasta.
❇️ La grande attenzione che Mariastella Gelmini ha posto e pone nei confronti delle richieste dei piccoli Comuni delle aree montane. Attenzione nei fatti, come testimonia la propria presenza stamattina a Quincinetto. E da piemontese, nonchè da rappresentante delle Istituzioni proveniente da una Regione caratterizzata da tantissimi piccoli Comuni voglio ringraziare il Ministro Gelmini, perché si tratta di un approccio non scontato e a cui non eravamo più abituati.

A Lanzo T.se per il DDL Montagna

Un importante momento di confronto a Lanzo con più di 100 Sindaci, Assessori e Amministrazioni Comunali dei Comuni Montani della Città Metropolitana di Torino. Alla presenza del Ministro per gli Affari Regionali On. Mariastella Gelmini, del Presidente della Regione Alberto Cirio e della collega parlamentare On. Claudia Porchietto.

Si è presentato e approfondito il DDL Montagna, che segna un netto cambio di passo nell’approccio delle istituzioni nazionale nei confronti della montagna e della sua economia, stanziando 100 milioni € nel 2022 e 200 milioni € a partire dal 2023, con l’obiettivo di rendere strutturali questi finanziamenti.

Intervento sulla piattoforma PA DIGITALE 2026

PA Digitale, Giacometto (FI): obiettivi ambiziosi da perseguire senza lasciare indietro nessuno

🏛 L’obiettivo che il Governo si è posto con PA Digitale 2026, la piattaforma che consente ai Comuni e alle amministrazioni pubbliche di richiedere i fondi del PNRR dedicati alla digitalizzazione, rendicontare l’avanzamento dei progetti e ricevere assistenza, è certamente ambizioso ma è un passaggio indispensabile per accelerare l’efficienza e la velocità dei servizi al cittadino. Dai passi in avanti sulla facilità di accesso dei siti internet dei Comuni, alla migrazione totale dei pagamenti verso la PA tramite PagoPA: il tutto, in un’unica piattaforma, che consentirà ai Comuni di attivare i servizi che ritengono prioritari. Una svolta decisiva, che coinvolge più di 22.000 pubbliche amministrazioni, e che va a vantaggio degli utenti-contribuenti. E che rappresenta uno degli obiettivi del PNRR, visto che l’80% dei Comuni dovrà registrare progressi entro il 2026.

❇️ Uno sforzo particolare andrà quindi riservato ai piccoli Comuni, che si trovano molto spesso in una condizione di maggiore difficoltà rispetto agli altri e i cui problemi di attuazione della digitalizzazione non possono prescindere da investimenti pubblici e privati sulla ramificazione della fibra ottica. Molti Comuni, penso ad esempio a quelli montani del Piemonte, ma non solo, lamentano il mancato avvio del servizio da parte delle compagnie dopo aver installato l’infrastruttura di base. Senza dimenticare il problema della carenza di personale, che dopo tanti anni di blocco del turnover si finalmente affrontando con grande determinazione.

📍 Merito del Ministro Renato Brunetta, che ha dato avvio ad una grande operazione di reclutamento negli enti locali: ciò consentirà nuovi innesti di qualità che potranno fare la differenza, anche e soprattutto nei piccoli Comuni. A questo si aggiunge l’utile strumento della piattaforma Capacity Italy: un aiuto per gli enti locali su partecipazione e rendicontazione dei bandi PNRR, gestita da CDP Invitalia e Mediocredito. Parliamo di quasi 600 esperti al servizio dei Comuni. Uno degli aspetti più qualificanti dell’operazione di digitalizzazione del nostro Paese deve infatti proprio essere la capacità di raggiungere tutti i cittadini, grazie ad una pubblica amministrazione sempre più orientata ai risultati.

 

4 anni di Parlamento, celebrati tra gli studenti UniTo

🇮🇹 Il 23 marzo 2018 era il mio primo giorno alla Camera dei Deputati.
Quattro anni dopo, intervenire ad un incontro con un gruppo di giovani universitari è stato il modo migliore per celebrare una ricorrenza importante per il mio percorso politico nelle Istituzioni.
Si è trattato senza ombra di dubbio di una quelle occasioni che ti riconciliano con la politica, quella con la P maiuscola, perché le ragazze e ragazzi di Obiettivo Studenti della Facoltà di Giurisprudenza a Torino hanno dimostrato una volontà di partecipazione non scontata. Che mi ha davvero rinfrancato e arricchito.
Il mio auspicio è che anche per loro sia stato interessante e che li abbia indotti a mettersi in gioco in prima persona!

Sostegni Ter – Intervento in Aula

Oggi sono intervenuto durante la discussione generale del Decreto Sostegni Ter in Aula a Montecitorio. Un decreto varato in un contesto profondamente diverso rispetto a quello attuale, in cui viene affrontato il dibattito.

Rimangono interventi significativi e corretti, dai crediti di imposta per imprese energivore agli aiuti destinati con una prosecuzione di quel cambio di paradigma che tante volte FI aveva chiesto e su cui il Governo Draghi ha correttamente segnato una discontinuità rispetto al Governo Conte: no alla esclusiva rigidità dei codici ATECO, sì all’intervento in base a chi ha più bisogno di sostegno.

Potete trovare queste e altre riflessioni nel mio intervento integrale disponibile cliccando qui

Sul territorio a Chivasso

Oggi sono intervenuto alla cerimonia di scopertura del pannello in basaltina con l’incisione de “La Vaccinazione” (riproduzione del celebre dipinto di Demetrio Cosola, “La vaccinazione nelle campagne” del 1894), che ha avuto luogo presso il Palazzo dell’Economia e del Lavoro “Luigi Einaudi” di Chivasso.
L’opera, commissionata dal Comune all’associazione “Animum Ludendo Coles – L’isola che c’è”, è stata realizzata in ricordo delle vittime del Covid 19 e per tributare la riconoscenza della città alla comunità medico-scientifica.
La manifestazione si è svolta in occasione della giornata nazionale in ricordo delle vittime del covid-19. Ricorrenza, quest’ultima, istituita dal Parlamento lo scorso anno a seguito dell’approvazione definitiva di una proposta di legge a prima firma del sottosegretario Giorgio Mulé, che anche io avevo sottoscritto.

PNRR, ogni promessa è un debito (Articolo pubblicato su Lo Spiffero)

Parlare di Pnrr, di impatto sulle nostre amministrazioni regionali e locali e di prospettive economiche nel medio-lungo periodo può apparire del tutto fuori luogo in questo periodo. Non abbiamo, infatti, nemmeno fatto in tempo ad uscire da una pandemia mondiale – che ha causato più di 6 milioni di morti in tutto il mondo e danni per l’economia ancora ben lungi dall’essere riassorbiti – che la guerra, con tutte le sue catastrofiche conseguenze per le persone coinvolte, è tornata nel cuore dell’Europa, mettendo fine ad un lungo periodo di pace che ciascuno di noi dava, evidentemente sbagliando, per scontato.

Dal febbraio 2020 ad oggi abbiamo assistito, nostro malgrado, al completo stravolgimento delle nostre certezze, vivendo uno stato di emergenza – economica, sociale, sanitaria, finanche emotiva – che ha determinato interventi di natura straordinaria. E il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – cioè l’attuazione in Italia del Recovery Plan previsto in sede europea nell’ambito del Next Generation Eu, il Pnrr appunto – è ascrivibile proprio a questi interventi straordinari. Anzi, da questo punto di vista, è lo strumento finanziario principale, redatto e messo in campo proprio per far ripartire le economie europee, già in precedenza fortemente minacciate dalla competizione globale, e ancora più in affanno a seguito della diffusione del covid-19.

I numeri sono noti: 750 miliardi di euro a disposizione dei 27 Paesi Ue, suddivisi tra una quota di sovvenzioni (circa 360 miliardi) e una quota di prestiti (circa 390 miliardi), di qui al 2026. In questo quadro, le risorse previste per l’Italia sono ingenti, e cioè un totale di 191,5 miliardi, di cui 68,9 come contributi a fondo perduto e 122,6 di prestiti. Il Pnrr italiano ha, dunque, la dotazione finanziaria complessiva più ampia, perché qui si è deciso di far ricorso ai prestiti nella misura massima possibile: dei circa 166 miliardi di cui gli Stati europei hanno scelto di dotarsi ricorrendo a tale ulteriore forma di indebitamento, infatti, quasi il 74% (122,6 miliardi, appunto) è destinato all’Italia. Per fare un esempio, la Spagna ha deciso di richiedere e, quindi, impiegare le sole risorse a fondo perduto (circa 70 miliardi), così come la Francia (41 miliardi), la Germania (28 miliardi) e tanti altri Stati meno paragonabili all’Italia per Pil e numero di abitanti. Per questi ultimi, dunque, nessun indebitamento ulteriore rispetto all’attuale consistenza del loro stock di debito pubblico.

Questi dati ci costringono, pertanto, a sottolineare un altro aspetto significativo, che però nella narrazione quotidiana sulle virtù e sulle opportunità del Pnrr tende a non emergere in tutta la sua portata: e cioè che l’ingente quota a prestito – che l’Italia ha deciso di impiegare tra il 2021 e il 2026 per finanziare la gran parte delle sei missioni previste dal piano – dovrà essere rimborsata in trent’anni, tra il 2028 e il 2058. Come? Riducendo le spese, aumentando le entrate o emettendo debito proprio, per un importo che sarà certamente tra i 4 e i 5 miliardi annui, anche in virtù di un ormai certo aumento dei tassi di interesse, che peraltro già in queste settimane ha iniziato la sua corsa verso l’alto.

Ecco perché ho ritenuto opportuno, in tutte le occasioni in cui mi sono trovato pubblicamente ad illustrare le linee di azione del Pnrr a favore delle amministrazioni locali, sottolineare l’importanza di impiegare al meglio le risorse disponibili: l’obiettivo prioritario deve essere quello di mettere a terra un “piano di riforme, di semplificazioni e di razionalizzazioni, di norme abilitanti la crescita, di azioni volte a superare i divari territoriali, ad assicurare la parità di genere e la piena partecipazione alla vita economica da parte delle nuove generazioni”.

È proprio quanto ha affermato la scorsa settimana il ministro Franco nel corso dell’audizione presso le Commissioni parlamentari congiunte Bilancio e Finanze di Camera e Senato, sede in cui ha aggiornato il Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr. Ed è esattamente quanto penso anch’io sia doveroso perseguire, perché l’obiettivo che dobbiamo darci, concreto e misurabile, è di aumentare sensibilmente il tasso di occupazione, con particolare riguardo a chi oggi ha meno opportunità, cioè giovani, donne e residenti nelle aree periferiche del Paese.

Anche su questo aspetto, giusto per ricordare un paio di numeri a supporto di tale urgenza: l’Italia ha un tasso di occupazione che, pur registrando – secondo i dati Istat diffusi qualche giorno fa – una crescita del 2,4% rispetto a dodici mesi prima, a febbraio 2022 supera di poco il 59% della popolazione attiva, mentre la Francia a fine 2021 superava il 68% e il Regno Unito, paragonabile a noi per numero di abitanti, era oltre il 75%. Significa che in Italia abbiamo meno di 23 milioni di occupati che producono reddito, consumi e gettito erariale diretto e indiretto, mentre in Francia e nel Regno Unito se ne contano certamente più di 30 milioni in termini assoluti. Una bella – bella si fa per dire! – differenza, che anche solo intuitivamente ci dovrebbe allarmare, specie in relazione alla possibilità di finanziare, e per quanto tempo ancora, le attuali misure assistenziali.

Le amministrazioni, a tutti i livelli, vedono le risorse del Pnrr come una straordinaria opportunità per rilanciare le loro comunità locali. E giustamente sono preoccupate di poter essere all’altezza con le proprie strutture nel rispondere ai bandi e nella fase della progettazione, per non ritrovarsi paradossalmente un pugno di mosche in mano. È una preoccupazione sana, che testimonia quanto i nostri rappresentanti sul territorio siano responsabili nello svolgimento del loro mandato. Ed è una preoccupazione che dovrebbe affiancarsi ad un altro aspetto, da monitorare con altrettanta attenzione rispetto all’impiego delle risorse per le spese di investimento: è cioè l’entità e la qualità delle spese correnti che saranno connesse alle opere pubbliche.

Facciamo un esempio, su un argomento che interessa tutti: la sanità. Se è vero che il progetto di rafforzare la medicina territoriale con i fondi Pnrr passa attraverso la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità, strutture fisiche distribuite in modo più capillare nelle aree interne del Paese, è altrettanto vero che esse per poter svolgere la propria funzione al servizio dei cittadini dovranno essere dotate del personale necessario. Tema, quest’ultimo, che sta emergendo proprio in questi giorni, anche alla luce della richiesta – e della necessità, direi – di stabilizzare il personale assunto a tempo determinato per far fronte all’emergenza covid, che ha lavorato nelle nostre strutture sanitarie in via continuativa per almeno 18 mesi negli ultimi due anni. Assolvendo, peraltro, ad una previsione normativa contenuta nella Legge di bilancio per l’anno in corso. Si tratta di spesa corrente che deve trovare copertura, per evitare di avere tante belle opere pubbliche da inaugurare, ma non funzionali all’erogazione dei servizi alla cittadinanza. Ce ne stiamo occupando?

In conclusione, bene che con il Pnrr si tornino finalmente a finanziare in modo sensibile le spese di investimento. Ad esse dovremo affiancare un’oculatezza rigorosa nell’impiego dei fondi disponibili e un’attenzione estrema alla gestione del nuovo debito, con un occhio vigile alle spese correnti strettamente necessarie (e aggiuntive). Con un obiettivo di fondo: una crescita economica duratura, che garantisca in primo luogo nuova occupazione. È questo l’indicatore di risultato che decreterà il successo o meno del nostro impegno per le prossime generazioni.

Link articolo su Lo Spiffero https://lospiffero.com/ls_article.php?id=64008

DDL Montagna – Interventi Fiscali

Comunicato Stampa in merito all’approvazione in Consiglio dei Ministri del DDL Montagna, su iniziativa del Ministro Mariastella Gelmini, che contiene importanti misure a vantaggio delle aree montane.

 

🟢🟢 GIACOMETTO (FI),da dl interventi fiscali importanti (ANSA) 🟢🟢

“Con l’approvazione da parte del governo del DDL montagna si fa un passo avanti importante nella direzione giusta. L’ottimo lavoro del Ministro Gelmini consente alle aree montane di vedersi finalmente coinvolte in un processo di attrattività che potrà avere risvolti concreti sulle loro economie. L’adozione del credito d’imposta per le attività agricole in territorio montano così come gli incentivi di natura fiscale per giovani imprenditori che scelgono di insediarsi in Comuni montani, sono interventi che dimostrano come la leva fiscale possa essere utilizzata in modo intelligente e vicina alle esigenze del territorio. Particolare soddisfazione anche per le ricadute senz’altro positive che tutto questo avrà sul nostro Piemonte, dove la montagna e i comuni montani rappresentano una componente fondante del tessuto economico.”