Superbonus 110 per cento ancora ai box, perché l’eccesso di burocrazia ne frena l’utilizzo

L’audizione odierna del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini in Commissione bicamerale di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria ha evidenziato, ancora una volta, come il Superbonus 110 per cento, introdotto con il decreto cosiddetto “rilancio”, sia ancora ben lontano dall’obiettivo di promuovere la riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio immobiliare degli italiani.

Ne è la prova la recente realizzazione di un’apposita area tematica sul sito dell’Agenzia, che però, oltre a raccogliere la normativa, le circolari, le FAQ, i link utili, non prevede una sezione dedicata agli operatori del settore, che potrebbe essere utile per dirimere in breve tempo eventuali dubbi interpretativi, mettere a fattor comune gli esiti degli interpelli e velocizzare, così, l’avvio delle pratiche. Allo stesso tempo, il fatto che il Direttore preannunci la pubblicazione “nelle prossime settimane” di una nuova circolare esplicativa rende l’avvio di quella che dovrebbe essere una grande stagione di interventi sul patrimonio edilizio ancora incerto, a quasi cinque mesi dall’istituzione del Superbonus 110 per cento.

Come ho ribadito nel corso del mio intervento ci troviamo ancora di fronte ad un eccesso di burocrazia che frena il ricorso alla misura, come pure è emerso in un recente sondaggio, secondo il quale ben 3 milioni di italiani avrebbero già rinunciato all’opportunità per la quantità di documenti da produrre, mentre altri più di 6 milioni starebbero per fare la stessa cosa, non avendone compreso il funzionamento. Di fronte a questi numeri, il minimo che si possa fare in occasione della Legge di bilancio è prorogare l’efficacia del provvedimento per almeno altri tre anni, derogando il termine del 31 dicembre 2021 attualmente previsto dalla Legge.