Dpcm 4 novembre, serviva intesa con i Governatori. Adesso moratoria fiscale

Ci sarebbe da stupirsi, se le cose non fossero di per sé incredibilmente evidenti.
È evidente, ad esempio, che la conferenza stampa di oggi i professori Brusaferro e Rezza avrebbero dovuto tenerla neanche ieri, ma dieci giorni fa, quando hanno avuto a disposizione i dati su cui basare le decisioni da prendere.
È evidente, altro esempio, che il ministro Speranza avrebbe dovuto relazionare alla Camera non domani – peraltro su pressante richiesta di Forza Italia per iniziativa del capogruppo Mariastella Gelmini – ma nei giorni scorsi, in modo tale da discuterne tempestivamente e costruttivamente alla luce del sole, evitando così le imposizioni governative delle ultime ore.
È evidente, per continuare nell’elenco delle cose che non vanno, che tanti lavoratori e operatori economici, dal comparto della ristorazione a quello della cultura, dal mondo sportivo a quello della cura della persona, non invocano la carità del Governo, tramite misericordiosi e ancora misteriosi “ristori”, ma chiedono con voce ferma e sonora di poter semplicemente lavorare, rispettando le regole di sicurezza, ma senza essere paralizzati nelle loro attività quotidiane.
Non sarebbe stato più logico e rispettoso dei rapporti tra istituzioni applicare sin da subito quanto previsto all’articolo 3 comma 2 dell’ultimo Dpcm, laddove si prevede, sulla base dell’andamento del rischio epidemiologico, di ricalibrare ed eventualmente attenuare le misure di lockdown, d’intesa con i Presidenti delle Regioni interessate dai provvedimenti più duri? Evitando così ogni polemica sui “due pesi e due misure”?
Un’opportunità da percorrere specie in Regioni come il Piemonte, caratterizzate da centinaia di Comuni di ridotte dimensioni, le cui attività commerciali di certo non producono pericolosi assembramenti.
Proprio perché la situazione è preoccupante, occorre muoversi con prudenza, senso dell’equilibrio e grande sensibilità per la situazione di sofferenza economica e sociale che si è prodotta.
Per queste ragioni la proposta del Presidente Cirio di una moratoria fiscale per tutto il 2020 ci sembra dettata da saggezza e consapevolezza dei doveri dell’amministrazione pubblica. Al di là dei partiti, dalla parte dei cittadini.