Associazioni culturali, bene l’intervento regionale, ma adesso il Ministro sostenga il webtheatre

Ritengo tempestiva e funzionale l’impostazione che la Regione Piemonte ha dato al Bando unico 2020 per le attività culturali e dello spettacolo, di imminente pubblicazione. Peraltro, con la chiusura dei musei e delle manifestazioni espositive tutte le modalità pubbliche di fruizione dell’arte e della cultura condividono ormai le stesse difficoltà. E, quindi, la risposta delle istituzioni deve essere necessariamente non settoriale, ma sistematica. Bene, dunque, l’intervento della Giunta Cirio.

In attesa di leggerne i contenuti specifici, avendo nel frattempo ascoltato personalmente molti operatori dello spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza), credo sia opportuno affiancare ad un intervento per sua natura emergenziale a livello regionale, un ragionamento strutturato e sostenuto a livello nazionale, che porti l’azione di sostegno a questo settore dal livello puramente assistenziale a quello della difesa della sua dimensione creativa e produttiva. I “ristori” sono utilissimi, ma non bastano, se i lavoratori rimangono mentalmente bloccati.

Per queste ragioni sarebbe auspicabile che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo promuovesse, di concerto con gli Assessorati alla Cultura delle Regioni interessate e con l’intervento delle Fondazioni di origine bancaria operanti nei singoli territori, la messa a punto di una piattaforma di webtheatre, sostenuta economicamente con i contributi che in via ordinaria vengono erogati per stagioni, rassegne ed eventi performativi e tale da garantire a compagnie ed associazioni l’opportunità di continuare a produrre e la visibilità dei loro prodotti artistici.

È vero che i teatri sono chiusi al pubblico e così pure le sale da concerto, ma non ad attori e musicisti, tecnici e maestranze, che continuano a lavorarci quotidianamente per le prove di spettacoli, che realisticamente solo tramite video e rete potranno nei prossimi mesi incontrare degli spettatori. Certo, andare a teatro o ad un concerto è un’altra cosa. Ma ora occorre uno sforzo collettivo di immaginazione e di concretezza per dare continuità, a dispetto della pandemia, ad un settore che non può e non deve fermarsi, pena la distruzione di preziose vocazioni e professionalità e la dissipazione del nostro patrimonio culturale.