Rilancio del settore automotive, il grande assente nel DL cosiddetto Rilancio

Il crollo del mercato auto in Italia non è stato ritenuto sufficiente dal Governo per inserire un provvedimento nel decreto, si fa per dire, “rilancio” a favore del settore automotive. E’ un fatto grave, perché abbiamo assistito ad un crollo del mercato auto in Italia nel mese di aprile del 97,5 per cento, il maggiore dell’intera Ue.

Abbiamo sentito il grido di allarme delle associazioni di categoria, Anfia in primis, che hanno denunciato la condizione di stop totale alle filiere come un caso sostanzialmente unico in Europa, il che ha generato e genera rischi relativi a perdite di importanti commesse. Abbiamo visto le proiezioni, che ci parlano di un rischio di perdita di 30.000 posti di lavoro (dati Unrae).

In un quadro del genere, per primi come Forza Italia avevamo proposto: detrazione Iva per flotte aziendali come nel resto d’Europa, bonus rottamazione anche per la sostituzione dei veicoli meno recenti con auto ad alimentazione benzina o diesel di ultima generazione, incentivi all’acquisto tramite esenzione triennale o quinquennale dal bollo auto ed eliminazione Ipt.

Pertanto, lo ribadisco: serve, con un urgenza, un vero e proprio ‘pacchetto-auto’, fatto da azioni semplici, attuabili e che darebbero un certo impulso ad un mercato ormai ridotto ai minimi termini. Dopo giorni di attesa ci sono arrivate 541 pagine dell’ennesimo decreto, ma neanche una riga di interventi per un settore così strategico per il nostro Paese.

Una scelta tanto miope quanto pericolosa. Ecco perché abbiamo raccolto l’appello promosso da Federauto, trasformando in emendamenti le nostre proposte.