La flat tax per le partita IVA ha dato risultati positivi? Il Governo giallorossofucsia la elimina

Finalmente anche l’osservatorio sulle partite Iva del MEF certifica quanto noi di Forza Italia sosteniamo da sempre: con la flat tax si ottiene una semplificazione del rapporto con l’erario che fa aumentare la base imponibile e, di conseguenza, le entrate fiscali. E i dati del 2019, anno in cui ha visto la luce un primo timido esperimento di tassa piatta per le sole partite IVA fino a 65mila euro annui, sono lì a dimostrarlo. Peccato che il governo giallorossofucsia abbia deciso con la sua Legge di bilancio di smontare uno dei pochi provvedimenti economici del governo precedente capace di produrre benefici, facendo emergere ancora una volta la propria avversione al lavoro autonomo e dimostrando una sola grande capacità: quella di eliminare ciò che funziona.

Secondo i dati forniti dall’osservatorio del Ministero nel 2019 sono state aperte oltre mezzo milione di partite Iva, con un aumento molto rilevante rispetto all’anno precedente (+6,4%), proprio grazie al regime forfettario con l’aliquota agevolata al 15%. Delle 545.700 nuove partite IVA, infatti, 263.043 hanno sfruttato questa opportunità, segnando un + 34,5% rispetto al 2018. Ma i dati ci dicono anche che il 44,8% di esse sono state attivate da professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi under 35.

Numeri che, purtroppo, non potranno ripetersi nel 2020, quando le partite IVA dovranno fare i conti con modifiche al regime forfetario che, da un lato creeranno una nuova variazione di esodati, gli esodati della flat tax, e dall’altro lato non potranno che scoraggiare chi vorrebbe scommettere su se stesso con una nuova attività lavorativa autonoma. Con un esito scontato: più disoccupazione e meno entrate fiscali. Insomma, tafazzismo allo stato puro.